Uno degli eventi più noti del calendario di Venezia è proprio il suo Carnevale, ma ne conosci davvero ogni segreto?
In effetti, per quanto se ne parli, del Carnevale Veneziano non se ne sa mai abbastanza e ogni anno, in qualche modo, spuntano aneddoti, segreti e curiosità.
Noi di Hostaria Castello, affascinati oltre ogni dire dalle storie, dai meravigliosi costumi e maschere, dalle leggende e dai racconti che compongono questo straordinario evento annuale, siamo andati a scoprire alcune interessanti curiosità sul Carnevale veneziano.
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Curiosità davvero poco note sul Carnevale Veneziano
Molte delle curiosità sul Carnevale di Venezia sono cosa nota. Ad esempio, tutti sanno che i festeggiamenti di Carnevale erano aperti a tutti: persino donne, persone che non erano di fede cristiana, ricchi e poveri, marinai e proprietari di vascelli. Insomma, che il Carnevale fosse una festa aperta davvero a tutti, è cosa oltremodo nota.
Vediamo però i prossimi aneddoti: siamo davvero sicuri che più d'uno ti stupirà.
1) Una curiosità sul nome: sai da dove deriva la parola "Carnevale"?
Iniziamo con una curiosità piuttosto interessante che però non riguarda solo il Carnevale di Venezia, ma tutti gli eventi carnevaleschi del mondo. Cosa significa "Carnevale"?
Essa è una parola latina, anzi un'espressione latina. "Carnem levare", infatti, significa letteralmente "togliere la carne". Al termine dei festeggiamenti il Martedì Grasso, secondo il calendario cristiano segue il Mercoledì delle Ceneri, che segna l'inizio della Quaresima. Per 40 giorni, mangiare carne è proibito (secondo la tradizione).
2) Il Carnevale veneziano era talmente una "festa di tutti" che...
Sì, lo abbiamo detto: al Carnevale potevano partecipare davvero tutti, purché avessero una maschera. Qual è la curiosità?
Dal momento che a Carnevale era permessa qualsiasi forma di finzione, chiunque riuscisse bene nell'intento poteva arrivare addirittura al cospetto del Doge (ammesso che fosse il vero Doge a questo punto!).
Insomma, il Carnevale era il momento in cui ricchi e poveri, donne e uomini potevano davvero essere sullo stesso piano e dare sfogo a ogni tipo di licenziosità. Proprio tutte?
3) Le maschere potevano comportarsi come volevano... O quasi
Per la verità, anche se il Carnevale della laguna di Venezia è passato alla storia come una sorta di circo cittadino, le maschere dovevano seguire un preciso codice di condotta. Insomma, questa coloratissima tradizione ha e ha avuto delle importanti regole.
Ad esempio, hai mai notato che se rivolgi la parola a una maschera mentre vesti abiti civili, questa non ti risponderà a voce, ma solo a gesti? Era infatti consuetudine che le maschere reali non potessero parlare tra loro: al massimo potevano sussurrare.
Oltretutto, ti sarà capitato di vedere una profusione di inchini mentre cammini per Venezia. Questo è il retaggio dell'antico Carnevale: le maschere, infatti, sono tenute a inchinarsi l'una davanti all'altra a ogni singolo incontro.
Il rispetto che vige tra le persone in costume deve vigere anche tra chi non indossa la maschera: dunque, non tentare di scoprire chi è la persona dietro la maschera e non cercare di farla parlare. Andrebbero contro il codice!
4) Napoleone e il Carnevale: una storia finita... male
Sappiamo bene che la Serenissima Repubblica di Venezia cadde a inizio Ottocento e, con essa, si tentò di fare in modo che anche lo storico Carnevale venisse dimenticato.
Per un po' di tempo l'intento di Napoleone riuscì. Il Carnevale ritornò a Venezia quasi due secoli dopo, nel 1979, più vivace, colorato, ed esaltante che mai (ogni anno Venezia accoglie circa mezzo milione di persone durante il Carnevale).
5) Il medico della peste non è frutto di una leggenda...
Quanta paura incute la maschera del medico della peste? Ebbene, a noi tantissimo. Sarà quel becco affilato o quel costume da dottore, questa maschera ci fa ancora molta paura, nonostante la peste non sia più una minaccia (non la peste, almeno).
Questo costume, però, è noto a Venezia sin dal Cinquecento, proprio nel periodo in cui la peste imperversava per l'Europa, uccidendo milioni di persone, dottori inclusi.
Si racconta che il costume, piuttosto raccapricciante sia stato inventato da un francese e non da un veneziano. La paternità di questa maschera, così come la conosciamo oggi, pare infatti sia da ricondurre a tale Charles de Lorm.
Come mai il becco? In realtà c'era uno scopo pratico (o, almeno, l'illusione).
All'interno del becco, infatti, venivano poste delle erbe medicinali che avrebbero dovuto proteggere il dottore della peste dal contagio.
6) Show must go on (in qualsiasi caso)
Sul finire del Settecento, il Doge di Venezia era Paolo Renier, un uomo di salute assai cagionevole.
Egli morì a Venezia il 13 Febbraio 1789 eppure, la notizia della morte, per volere del Doge stesso, venne diffusa in città solo il Mercoledì delle Ceneri.
Nulla infatti doveva turbare l'atmosfera serena e gioiosa del Carnevale. Anzi, niente e nessuno! E così, il Doge Paolo Renier è passato alla storia come l'unico la cui morte è stata taciuta per lungo tempo...
7) Conosci la bautta? Qualche curiosità sulla vera maschera del Carnevale veneziano
La maschera più inespressiva di tutte è anche la più tipica del Carnevale veneziano.
È identificata da un semplice mantello (il tabarro), da una cappa di merletto, da un cappuccio nero in seta (chiamato zendale) e da un cappello a tre punte (il tricorno).
Sul viso, viene apposta una maschera bianca senza espressione, e che viene chiamata larva (in Latino, questa parola indicava spettri e fantasmi).
Più che una maschera divertente, la Bautta era la maschera che garantiva l'anonimato.
Con questo abbigliamento, infatti, si potevano percorrere le strade di Venezia senza essere riconosciuti, durante tutto il periodo del Carnevale... E non solo.
8) La Bautta era la maschera preferita da Giacomo Casanova
Chi poteva apprezzare i mille vantaggi offerti dalla Bautta se non Casanova?
In effetti, proprio lui la indossava ogni qualvolta voleva celare la propria identità.
In effetti, questa maschera era perfetta per i suoi incontri galanti e le sue avventure amorose. D'altra parte, occhi e naso erano coperti perfettamente. A livello della bocca, invece, la maschera si allargava, così la persona mascherata poteva tranquillamente mangiare e bere.
E poi, nascosto tra le pieghe dell'ampio mantello, chissà quali licenziosità poteva compiere tra le calli di Venezia!
9) A Carnevale solo il riposo vale!
Esattamente. Durante il Carnevale, i Veneziani non potevano lavorare. C'era il divieto. L'unica cosa che si poteva fare, almeno in pubblico, era divertirsi e darsi alla pazza gioia.
Se qualcuno si dedicava al lavoro o in attività utili, poteva essere arrestato e portato in chiesa. Oppure, cosa molto più divertente, dopotutto è Carnevale, l'alacre lavoratore veniva costretto a bere fiumi di vino e veniva nominato Re (o Regina!) del Carnevale!
10) A Venezia, il Carnevale dura tutto l'anno (più o meno)
Eccoci alla regina delle nostre curiosità sul Carnevale veneziano.
Abbiamo detto che alcune maschere servivano ai Veneziani per mantenere l'anonimato durante le loro fughe amorose, trasgressioni, o anche mentre commettevano crimini. Dunque, ne approfittavano tutti, anche coloro che avrebbero dovuto essere detentori della moralità (come i sacerdoti).
Per questo motivo, la Repubblica sin dal XIV cercò di disciplinare l'uso delle maschere nell'arco dell'anno.
A chi indossava maschere, erano vietati gli schiamazzi, di entrare nelle chiese, di portare con sé armi, di ballare in pubblico nei giorni al di fuori del Carnevale. Le maschere erano inoltre vietate alle prostitute ed era inoltre proibito travestirsi da personaggi religiosi.
All'inizio del Settecento, fu inoltre proibito l'ingresso alle maschere all'interno delle case da gioco veneziane (i Ridotti). Qualche decina d'anni dopo, alle donne fu proibito l'ingresso a teatro senza una maschera.
Fu solo il dominio austriaco che le maschere veneziane vennero limitate esclusivamente al periodo di Carnevale, in occasione di feste private.
Oggi, invece, le maschere possono girare liberamente per Venezia in ogni momento dell'anno anche se, naturalmente, il loro momento di magia è quello legato al Carnevale...